Dateci retta. Emilio Didonè: vogliamo risposte da questo governo

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31/05/2019



Le rivendicazioni dei pensionati alla vigilia della manifestazione del 1° giugno a Roma. “Questo paese non può far finta che non ci siano problemi”

 

Emilio Didonè, segretario generale Fnp Cisl Lombardia, spiega le richieste dei sindacati in vista della mobilitazione unitaria di sabato 1 giugno a Roma, in piazza San Giovanni.

 

Sabato 1 giugno a Roma. Perchè? 

Saremo in piazza perché, prima di tutto, questo governo ha di nuovo operato dei tagli sulle pensioni. Oramai è un'abitudine: i pensionati sono diventati un “bancomat”.

Quando il governo di turno ha bisogno di soldi, si rivolge ai pensionati. Noi pensionati siamo tanti, 16 milioni in tutta Italia: un ottimo bacino d'utenza per recuperare fondi.

Quanti sarete in manifestazione?

Parecchi. Abbiamo dovuto cambiare anche la sede. La manifestazione era inizialmente prevista in piazza del Popolo, ma le richieste di partecipazione erano superiori al numero consentito, per motivi di sicurezza, in quella piazza. Per questo motivo, ci raduneremo in piazza San Giovanni.

Cosa vi aspettate dopo la manifestazione?

Abbiamo chiesto al governo una scelta differente sui tagli alle pensioni: il governo non ci ha né ricevuto né ascoltato. Come sindacato dei pensionati, vogliamo far sapere al paese che non è giusto andare a prendere soldi dalle pensioni, tutte le volte che il governo ha difficoltà economiche.
Tale intervento peggiorativo delle pensioni non avviene per la prima volta, anzi, è già la quinta volta. Vorrei ricordare il blocco delle pensioni tre volte il minimo degli anni 2012-2013. Se si continua a drenare soldi dai pensionati, le persone in età matura e avanzata diventeranno sempre più povere. In questo modo si perde il potere d'acquisto e, nel caso della previdenza, non c'è il rinnovo dei contratti, per cambiare le le condizioni di remunerazione.
Le riduzioni sulle pensioni sono soldi persi, che si vanno a sommare ai tagli subiti in precedenza. Questo modo di operare va fermato. Chi ha dato tanto alla società, chi ha lavorato tutti questi anni, chi ha pagato tutti questi contributi ha diritto a vivere dignitosamente e, infine, a morire dignitosamente.

Che succederà se non ci saranno risposte?

Noi abbiamo messo sul tappeto molti altri problemi. La separazione tra previdenza e assistenza è uno di questi. Lo ripetiamo da vent'anni. La previdenza è costituita dai contributivi dei lavoratori, mentre l'assistenza è pagata con le tasse di tutti. La separazione è un modo per far sapere ai cittadini che cosa è previdenza e che cosa è assistenza. Si pensi all'evasione. Oggi abbiamo un'evasione fiscale di 130 miliardi l'anno. Cosa significa questo? Sono ancora una volta i pensionati a pagare anche l'assistenza, con i loro contributi?

Un altro tema importante è la non autosufficienza…

Aspettiamo risposte dal governo su questo problema. Quando un anziano si ammala gravemente e non è più autonomo, oggi, di fatto se ne fa carico la famiglia. Una casa di riposo costa 2 mila euro al mese: sono 24 mila euro all'anno, per 5 anni fanno 100 mila euro. Le famiglie fanno sempre meno figli e gli stipendi sono sempre più bassi. Io mi chiedo: che cosa succederà se non si interviene in questa bomba sociale?

Il terzo problema è la sanità.

Se la sanità funziona, allora anche le condizioni economiche dei pensionati sono più garantite. Se, invece, un cittadino va allo sportello di sanità pubblica e gli dicono che deve aspettare mesi e poi si trova costretto ad andare privatamente, il problema c'è.
Io dico: si deve intervenire. Questo paese non può fare finta che i problemi non ci siano.

Le rivendicazioni dei pensionati riguardano anche le tasse?

In ultimo, ma non per importanza, è il problema delle tasse. È necessaria una vera riforma fiscale: tutti devono pagare le tasse. L'Italia non può continuare a vivere in una dicotomia radicale: da una parte i cittadini onesti, che pagano tutti i mesi, dall'altra una fascia di criminalità organizzata, una corruzione, un'evasione fiscale di 130 miliardi l'anno. Devono esserci certezze: mentre oggi, ci sono persone che, grazie ai condoni, finiscono col non pagare mai.
Queste sono risposte che vogliamo dal governo.

 

In foto: Emilio Didonè all'assemblea unitaria del 9 maggio scorso a Padova. 
Nel video: Didonè risponde alle domande sull'imminente manifestazione di Roma.