Dagli stereotipi alla delegittimazione fino alle parole che offendono: il valore del linguaggio al centro dell’iniziativa della Fnp Lombardia

Dagli stereotipi alla delegittimazione fino alle parole che offendono: il valore del linguaggio al centro dell’iniziativa della Fnp Lombardia

Coordinamento Donne

30/01/2024



Liliana Chemotti, Coordinamento Politiche di genere: “Importante utilizzare in modo appropriato il linguaggio perché definisce il nostro modo di essere.

Facciamoci caso....quotidianamente” è il titolo del corso sul linguaggio promosso dalla Fnp Lombardia e dal suo Coordinamento politiche di genere e che si è svolto questa mattina online con oltre settanta partecipanti da tutti i territori della Lombardia.

“Un importante momento di incontro e confronto fortemente voluto dalla Fnp Lombardia che attraverso il suo coordinamento pone l’accento sulle questioni di genere coinvolgendo esperti ed interlocutori che ci aiutano a riflettere e a metterci in discussione su come approcciamo questi temi che hanno forte rilevanza nel nostro lavoro quotidiano” ha sottolineato in apertura Onesto Recanati, segretario regionale della Fnp Lombardia.

Il linguaggio spesso giudicante, svalutativo, moralistico può diventare facilmente violento ed è così che può far male e nuocere  ai nostri interlocutori, siano essi colleghi, amici, compagni o figli.

“L’iniziativa si inserisce nel percorso iniziato nel 2021 sul tema del linguaggio con cui abbiamo analizzato l’uso e purtroppo alle volte l’abuso verbale” spiega Liliana Chemotti, responsabile del Coordinamento politiche di genere. “Le parole che utilizziamo esprimono il nostro pensiero, ma qualificano anche il nostro modo di essere, la nostra essenza come persone, uomini e donne. Se le parole definiscono ciò che siamo, non è irrilevante comprenderne l’uso e la sottile discriminazione che alle volte tale uso contiene pur nella nostra inconsapevolezza figlia dell’abitudine e della superficialità”.

“Dalle generalizzazioni indebite, ai giudizi ad personam al linguaggio tagliente mascherato dalla leggerezza di una battuta al linguaggio violento vero e proprio fino all’hate speech nella comunicazione online: il modo in cui parliamo impatta, ferisce e può danneggiare profondamente il nostro interlocutore” afferma Margherita Forte psicologa e formatrice. “Semplificando, possiamo considerare il linguaggio come una piramide su tre livelli: al primo stadio ci sono gli stereotipi e le credenze condivise e generalizzate che spesso si fondano su false rappresentazioni; al secondo livello c’è poi la delegittimazione attiva con l’utilizzo di un linguaggio inappropriato e violento. Al terzo e ultimo livello c’è la diffusione vera e propria del linguaggio violento”.

La propagazione del linguaggio violento oggi trova il suo effetto moltiplicatore nell’utilizzo dei social media e nel nostro modo di vivere onlife (essere in pratica, sempre connessi).

“Non possiamo ignorare i nuovi dati sul digitale che registrano che su 8 miliardi di abitanti al mondo, il 60% utilizza i social media. In Italia ben il 74% dei cittadini è un utilizzatore di questi mezzi di comunicazione e passa almeno 6 ore al giorno online. Le parole virtuali violente vengono utilizzate con maggiore disinibizione” prosegue la Dottoressa Forte. “Online siamo iperattivi, tendiamo a deresponsabilizzarci, ciò che facciamo in ambito virtuale ci porta più facilmente ad autoassolverci. Non è tutta colpa dei social media, ma il mezzo è anche il messaggio, ed è quindi importante saper utilizzare al meglio gli strumenti a nostra disposizione.”

Da cosa si inizia per comunicare in modo appropriato? “Dal silenzio” afferma Margherita Forte. “Il silenzio ci permette di ascoltare di più noi stessi e gli altri. Con il silenzio si trova la chiave giusta per entrare in contatto con il nostro interlocutore e trovare le giuste parole gentili”.