Previdenza
28/05/2024
Approfondimento tratto dal n.1 della rivista Informa 2024
La compartecipazione alla spesa da parte della persona ospite (e della famiglia) in Rsa e dall’entità che il costo totale costituisce, rappresenta una delle problematiche maggiori del settore, visto dal lato utente e figura come uno dei punti centrali dell’azione negoziale per il sindacato dei pensionati. Questo perché sempre più famiglie denunciano gli eccessivi costi che sono costretti a pagare, senza che ci sia uno strumento concreto che li aiuti economicamente.
La quota totale del costo di ogni singola Rsa si compone di due parti distinte: la quota sanitaria e la quota alberghiera.
LA QUOTA SANITARIA (TARIFFA)
La legislazione nazionale in vigore in tema dei Livelli essenziali di assistenza (Lea) prevede che il Servizio sanitario paghi il 50% del costo giornaliero pro capite. Regione Lombardia, nelle ultime schede struttura, risalenti oramai a dieci anni fa (2013), aveva stimato che il costo giornaliero complessivo sarebbe pari a 103,90€. Oggi questa cifra pare molto sottostimata, infatti la condizione delle persone all’interno delle case di riposo è molto mutata: si tratta sostanzialmente di anziani non autosufficienti, molto avanzati nell’età, con un tasso di mortalità nei primi 30 giorni di ricovero oltre il 10%, con una degenza media scesa a 452 giorni e che necessitano di un livello di assistenza sanitaria molto superiore rispetto al passato.
La quota sanitaria, detta anche tariffa, è la parte che rappresenta il corrispettivo per i servizi sanitari e sociosanitari che vengono offerti all’ospite. Risulta a carico del Servizio Sanitario Nazionale (Ssn) ed è corrisposta da Regione Lombardia agli Enti gestori delle Rsa.
La quota sanitaria è determinata in funzione delle condizioni sanitarie dell’utente e quindi dalla sua collocazione in una specifica classe Sosia; questa risulta più alta per le persone più gravi e il sistema di pagamento della tariffa giornaliera da parte di Regione Lombardia è valido solamente per i posti letto contrattualizzati.
L’ente regionale lombardo è intervenuto più volte nel corso degli ultimi anni, a beneficio degli erogatori con adeguamenti tariffari ed extra-tariffari di circa 20%, come riportato nella tabella sottostante. Gli incrementi si sono realizzati a seguito dell’emergenza Covid-19 che ha comportato nel biennio 2020-2021 meno ricoveri e un numero elevato di posti letto rimasti vuoti per l’aumento dei decessi. Gli aumenti della remunerazione ha riguardato, non solo le Rsa, ma anche altre strutture residenziali e semiresidenziali per anziani e disabili.
Regione Lombardia alla fine del 2023 è intervenuta nuovamente con un atto relativo al potenziamento delle risorse per i servizi territoriali residenziali dell’area anziani, dell’area disabilità e dell’area dipendenze.
In modo particolare per le Rsa, la delibera ha previsto che a partire dal 1 gennaio 2024 sarà riconosciuta agli enti erogatori una tariffa aggiuntiva di 5,30€ al giorno per tutti gli ospiti ricoverati in posti letto ordinari contrattualizzati e nei nuclei Alzheimer, con maggiore complessità assistenziale, secondo l’indice di complessità assistenziale (Ica).
LA QUOTA ALBERGHIERA (RETTA)
La quota alberghiera è la retta che la persona ospite in struttura paga alla Rsa e comprende l’insieme dei servizi non sanitari, quindi quelli alberghieri e sociali.
Regione Lombardia, con la sopra citata delibera di fine 2023, ha introdotto per la prima volta il principio del contenimento delle rette, che da anni come organizzazioni sindacali era sempre stato proposto. Infatti, accanto all’adeguamento della quota sanitaria per i casi maggiormente complessi, è stato previsto un criterio limitativo all’autonomia di determinazione delle rette da parte degli enti erogatori secondo cui le Rsa con una retta superiore del 2% rispetto alla media dell’Ats di ubicazione, non possono aumentare la propria retta e quindi non possono operare aumenti a carico della famiglia.
DEDUCIBILITA’ FISCALE
Un importante risultato è stato ottenuto dalle organizzazioni sindacali nel 2019, dove a seguito di una negoziazione e la firma di un accordo sindacale, Regione Lombardia ha deliberato una modifica all’assetto fiscale legato alla quota a carico degli ospiti delle strutture. Infatti ne è conseguito che il 58% forfettario da calcolare sulla quota totale annua pagata alla Rsa, valida per tutte le strutture presenti in Lombardia, è deducibile dalla dichiarazione fiscale dell’ospite. Questa percentuale è stata calcolata come sommatoria di tutti i servizi sanitari e sociosanitari offerti e ha rappresentato un primo esempio di aiuto per le famiglie degli assistiti.