Consiglio generale Fnp Lombardia: integrazione organismi e sessione di studio su autonomia differenziata

Organismi

04/04/2024



Domaneschi: "Dibattito su autonomia differenziata non riguarda solo la politica ma anche i corpi intermedi"

Oggi il consiglio generale della Fnp Lombardia riunito a Milano ha approvato a maggioranza la cooptazione e l'integrazione degli organismi con l'entrata di Franco Mosetti e Claudia Medda e prorogato Fiorella Morelli come componente della segreteria regionale.

In occasione delle assise, è stato approfondito il tema dell’autonomia differenziata con Barbara Randazzo, professoressa di istituzioni di diritto pubblico presso l'Università degli Studi di Milano.

Abbiamo proposto questa sessione di studio in occasione del nostro consiglio generale perché un tema così importante come l’autonomia differenziata, non può riguardare solo la politica ma interroga e coinvolge anche la rappresentanza sociale dei corpi intermedi. Come si colloca la nostra organizzazione, e quali conseguenze e opportunità ci attendono rispetto ad un’autonomia della Lombardia?” ha detto il segretario generale della Fnp Lombardia Osvaldo Domaneschi nel suo intervento introduttivo. “Se oggi mettiamo insieme l’ipotesi di autonomia differenziata delle regioni e la questione del premierato, è indiscutibile che le modalità di azione anche sindacale con cui ci siamo rapportati fino ad ora, cambierebbero profondamente. Per delegare maggiori poteri economici e decisionali alle regioni, però, bisogna essere pronti da diversi punti di vista. Come cittadini, per la storia che abbiamo avuto, non lo siamo. Ci identifichiamo ancora con la dimensione del comune di appartenenza, piuttosto che con la propria regione. E dal punto di vista dello stato, bisogna chiedersi se davvero sia disposto a delegare delle decisioni alle regioni quando, di fatto, alcune materie sono trattate ad un livello più alto che è quello europeo. Una cosa è certa: servono passaggi graduali” ha concluso Domaneschi.

Dall’evoluzione della normativa, partendo dalla riforma del titolo V della Costituzione che prevedeva una nuova ripartizione di competenze - esclusive e concorrenti - tra stato e regioni, alla successiva rivisitazione dello stesso per poi passare al dibattito sull’autonomia differenziata che consente al governo e alla regione di raggiungere un accordo che poi dovrà essere avvallato dalle camere a maggioranza qualificata di una legge che attribuirà l’autonomia alla regione richiedente.

“Le vicende che hanno connotato l’attuazione dell’art 116 della Costituzione al terzo comma, sono state controverse e hanno caratterizzato una prima stagione che ha visto avanzare le richieste di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna su tutte le 23 materie citate da questo articolo senza una particolare motivazione con il fatto però che fossero portatrici di risorse economiche” ha spiegato la professoressa Randazzo. “Su questo punto si scatenarono le critiche di chi richiamava la secessione dei ricchi rispetto ai poveri mettendo addirittura in discussione la costituzionalità dell’articolo. Oggi siamo nella fase della predisposizione e approvazione del disegno di legge di attuazione dell’autonomia differenziata nel quale sono stati indicati i principi comuni che devono poi guidare la negoziazione stato regione”.

La professoressa Randazzo proseguendo nel suo excursus sulle diverse tappe costituzionali ha affrontato anche il tema dei LEP, i livelli essenziali di prestazioni, sottolineando come la forma e la procedura da seguire non siano lungimiranti. “Il dibattito sull’autonomia differenziata si è poi spostato sul tema delle risorse con il timore che con lo spostamento di ingente budget alle regioni che facevano richiesta di autonomia, si sarebbero potuti pregiudicare i livelli essenziali delle prestazioni. Questo ha indotto il governo ad introdurre articoli che fossero una garanzia da questo punto di vista, tanto che si condiziona la negoziazione alla previa definizione dei LEP nelle materie oggetto di richiesta. Si prevede addirittura la scelta del decreto legislativo, una scelta comprensibile ma che potrebbe irrigidire il sistema.”

E nell’autonomia differenziata c’è spazio anche per i corpi intermedi, che dovranno, però, rinnovare il loro protagonismo. “In un’epoca in cui tutto si fa’ volatile, il ruolo del corpo intermedio ci riconduce ad una concretezza. Il loro ruolo è garanzia di democrazia perché favorisce il dialogo tra cittadino e istituzione. In una fase di crisi di linguaggio della democrazia anche il corpo intermedio deve cogliere la sfida del cambiamento rifondando il suo linguaggio e i suoi strumenti”.

Video interventi della Professoressa Barbara Randazzo

Autonomia differenziata: https://youtu.be/sjWI4DXfYXk

Livelli Essenziali di Prestazioni: https://youtu.be/dYsghUltMy4

Ruolo dei corpi intermedi: https://youtu.be/Mgq27IAh5_w