Prevenzione e malattie mortali: secondo Eurostat si può fare di più

Prevenzione e malattie mortali: secondo Eurostat si può fare di più

Sanità

11/09/2019



La nota Eurostat-Ocse specifica l’elenco delle cause di morte sotto i 75 anni che si potrebbero evitare, con un’assistenza sanitaria rapida ed efficace

 

Potenziare il sistema sanitario e insistere sulla prevenzione. Questo il tema del comunicato Eurostat pubblicato il 5 settembre, secondo il quale due morti su tre, nella popolazione sotto i 75 anni, avrebbero potuto essere evitate da più efficaci interventi sulla salute.
Secondo l'analisi, nel 2016 nell'Unione Europea sono morte 1,7 milioni di persone sotto i 75 anni. Di queste, 1,2 milioni di persone sono decedute per cause che Eurostat definisce evitabili: cause, cioè, che potevano essere arginate da una migliore politica di prevenzione e più efficaci interventi di cura.
Eurostat ha pubblicato un nuovo elenco, elaborato con Ocse, delle malattie definite prevenibili e trattabili: sono le patologie sulle quali è possibile ridurre il numero dei casi o gestire meglio la cura.

Prevenzione e malattie mortali

Il comunicato precisa che, per 741.000 decessi, un intervento pubblico sanitario e una buona prevenzione avrebbe contribuito a ridurre la probabilità dell'insorgere della malattia. 422.000 morti, invece, sono considerati nella categoria dei trattabili: terapie tempestive avrebbero potuto ridurre il rischio di mortalità.
Tra le patologie menzionate ci sono gli attacchi di cuore – in Europa 170.000 casi - , tumori alla trachea, bronchi e polmoni – 168.000 mila casi – e ictus – 87.000 casi -.
Nota positiva: rispetto a una rilevazione del 2011, i decessi che Eurostat classifica come evitabili, sono diminuiti dell'1,7 per cento. L'Italia è fra i paesi con la quota più bassa di casi prevenibili.

A cosa servono i dati Eurostat

Per Eurostat la mortalità evitabile è un concetto teorico: indica che alcuni decessi non si sarebbero verificati, in un migliore contesto di sanità pubblica, prevenzione primaria e assistenza sanitaria tempestiva. Come precisa la nota del comunicato e come spiega l'articolo di Quotidiano Sanità, si tratta di indicatori utili per valutare le prestazioni del sistema sanitario: danno un segnale di avvertimenti di potenziali carenze, ma non sono da considerare un'unità di misura definitiva.