Firmato l’accordo tra medici di base e regione Lombardia per il 2019

Firmato l’accordo tra medici di base e regione Lombardia per il 2019

Sanità

24/04/2019



Emilio Didonè: “positivo, ora aspettiamo che migliori l'assistenza e la risposta di salute per i cittadini e pensionati. Per una vera presa in carico del paziente”

 

Regione Lombardia ha annunciato il nuovo accordo integrativo regionale per il 2019 con i medici di famiglia.
La nota pubblicata il 23 aprile dichiara di aver finalizzato 32 milioni di euro previsti dalla Convenzione nazionale per i Medici di Medicina Generale e i Pediatri di Libera scelta.

L'accordo intende soprattutto migliorare il sistema di servizi di assistenza per i malati cronici, anche con misure di controllo e prevenzione. 

I medici di base saranno chiamati a realizzare progetti mirati:

  • chiamata proattiva dei propri assistiti pazienti cronici ai fini della presa in carico;
  • partecipazione all'offerta vaccinale;
  • partecipazione ai programmi di screening oncologico.

L'accordo integrativo regionale è stato firmato dai rappresentanti della Direzione Generale Welfare della Regione Lombardia e, finora, dai rappresentanti sindacali di FIMMG e SNAMI. L'intesa sarà poi sottoposta alla Giunta Regionale.

 

L'accordo tra medici di base e Regione

L'accordo integrativo regionale riguarda circa 7 mila medici di medicina generale in Lombardia. Le nuove risorse prevedono una più alta remunerazione per la redazione del Pai, piano di assistenza individuale, che passa da 10 a 15 euro, "a fronte di obiettivi specifici raggiunti", si legge nella nota.
In base all'accordo, il medico di famiglia potrà disporre, anche con l'utilizzo della telemedicina, una serie di prestazioni specialistiche e diagnostiche, che verranno retribuite in base alla propria specializzazione e alle rispettive dotazioni tecnologiche.
È stato annunciato anche un finanziamento per forme associative e personale di studio, con una finalizzazione di spesa fino a 12 milioni, perché, dichiara regione Lombardia, “si ritiene che il clinical manager possa svolgere in modo efficiente ed efficace l'attività clinica richiesta solo se coadiuvato da persone qualificate”.

Giulio Gallera, assessore regionale al Welfare, ha commentato:

"Si tratta di un evento epocale che garantirà un nuovo impulso all'attuazione della nostra riforma sanitaria, rafforza il Medico di medicina generale quale clinica manager e interlocutore privilegiato con il proprio pazienti. (…) L'intesa va inoltre nella direzione di una reale integrazione e sinergia con le strutture ospedaliere".

Fimmg, Federazione italiana medici di medicina generale, si dice soddisfatta dell'accordo perché per la prima volta, l'Allegato M, la sintesi della visita effettuata dal medico di continuità assistenziale, sarà pubblicato e quindi consultabile sul Fascicolo sanitario elettronico.
Per la federazione, si incomincia a sdoganare la diagnostica di primo livello eseguita negli studi dei medici di famiglia.

 

Emilio Didonè: accordo positivo, è ora di passare ai fatti concreti

Emilio Didonè, segretario generale Fnp Cisl Lombardia:

“positivo il finanziamento per i medici di base che lavorano in rete e hanno assunto collaboratori. Apprezziamo il finanziamento aggiuntivo di oltre 12 mln di euro per ampliamento orario di studio e quota aggiuntiva per il sabato mattina. Adesso, l'auspicio è che finalmente migliori l'assistenza e la risposta di salute per i cittadini e pensionati lombardi”.

I passi da compiere sono molti. Dopo tanti annunci, sarebbe ora di passare finalmente a fatti concreti: 

“I cittadini e pensionati lombardi sono sempre in attesa della "vera presa in carico promessa" dalla regione Lombardia con 3 milioni di lettere, con gli appuntamenti di visite, controlli e esami presi dal Servizio sanitario regionale, e non dell'assistito e/o della famiglia che vagano da uno sportello all'altro con tempi di attesa che talvolta vanno oltre alle stesse date fissate per i controlli periodici".

Inoltre, continua Didonè, i cittadini e pensionati lombardi sono sempre in attesa delle dimissioni protette e della continuità assistenziale per i malati ricoverati negli ospedali, che ne hanno bisogno, nella fase di post acuzie. Quando questi malati sono dimessi, forse con troppa "appropriatezza da protocollo" dalle strutture sanitarie "pressate e preoccupate" di liberare letti per nuovi ricoveri, la situazione sanitaria e sociale dell'assistito dimesso (magari non autosufficiente) ricade interamente sulla famiglia (quando c'è) impreparata ad affrontare situazioni complesse, difficili e costose.

Infine, conclude Didonè,

"siamo sempre in attesa di un chiarimento regionale sulla gratuità dei certificati medici, in particolare per quello di invalidità civile".